Federico García Lorca
"Quercia"
Poesie (1918-1920)
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Francisco Tárrega, "Lagrima"
Per-Olov Kindgren, chitarra
Claude Monet
La quercia Bodmer nella foresta di Fontainbleau
**************************************************
Quercia
Sotto la tua casta ombra, vecchia quercia,
voglio esplorare la fonte della mia vita
e scavare dal fango della mia ombra
lirici smeraldi.
Getto le mie reti nelle acque torbide
e le tiro fuori vuote.
Nell'abisso del fango tenebroso
stanno le mie gemme!
Affonda nel mio petto i tuoi santi rami,
o solitaria quercia,
e lascia nell'abisso della mia anima
i tuoi segreti e la tua cauta passione!
Questa tristezza giovanile passa,
lo so! L'allegria
un'altra volta lascerà le sue ghirlande
sulla mia fronte ferita,
anche se mai le mie reti pescheranno
la nascosta gemma
d'incosciente tristezza che brilla
in fondo alla mia vita.
Ma il mio grande trascendentale dolore
è il tuo dolore, quercia.
È lo stesso dolore delle stelle
e del fiore appassito.
Le mie lacrime cadono a terra
e, come le tue resine,
corrono sulle acque del gran fiume
che va verso la notte fredda.
Ed anche noi cadremo,
io con le mie gemme
e tu coi rami pieni di invisibili
ghiande metafisiche.
Non m'abbandonare mai coi miei dolori,
scheletrica amica.
Cantami con la tua bocca vecchia e casta
una canzone antica,
con parole di terra intrecciate
all'azzurra melodia.
Getto le reti un'altra volta
nella fonte della mia vita,
reti fatte con fili di speranza,
nodi di poesia,
e raccolgo pietre false nel fango
di passioni addormentate.
Col sole d'autunno tutta l'acqua
della mia fontana ha un tremito,
e vedo fuggire da me
la quercia che non ha radici. 1919
"Quercia"
Poesie (1918-1920)
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Francisco Tárrega, "Lagrima"
Per-Olov Kindgren, chitarra
Claude Monet
La quercia Bodmer nella foresta di Fontainbleau
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Quercia
Sotto la tua casta ombra, vecchia quercia,
voglio esplorare la fonte della mia vita
e scavare dal fango della mia ombra
lirici smeraldi.
Getto le mie reti nelle acque torbide
e le tiro fuori vuote.
Nell'abisso del fango tenebroso
stanno le mie gemme!
Affonda nel mio petto i tuoi santi rami,
o solitaria quercia,
e lascia nell'abisso della mia anima
i tuoi segreti e la tua cauta passione!
Questa tristezza giovanile passa,
lo so! L'allegria
un'altra volta lascerà le sue ghirlande
sulla mia fronte ferita,
anche se mai le mie reti pescheranno
la nascosta gemma
d'incosciente tristezza che brilla
in fondo alla mia vita.
Ma il mio grande trascendentale dolore
è il tuo dolore, quercia.
È lo stesso dolore delle stelle
e del fiore appassito.
Le mie lacrime cadono a terra
e, come le tue resine,
corrono sulle acque del gran fiume
che va verso la notte fredda.
Ed anche noi cadremo,
io con le mie gemme
e tu coi rami pieni di invisibili
ghiande metafisiche.
Non m'abbandonare mai coi miei dolori,
scheletrica amica.
Cantami con la tua bocca vecchia e casta
una canzone antica,
con parole di terra intrecciate
all'azzurra melodia.
Getto le reti un'altra volta
nella fonte della mia vita,
reti fatte con fili di speranza,
nodi di poesia,
e raccolgo pietre false nel fango
di passioni addormentate.
Col sole d'autunno tutta l'acqua
della mia fontana ha un tremito,
e vedo fuggire da me
la quercia che non ha radici. 1919
FEDERICO GARCÍA LORCA - QUERCIA camera iphone 8 plus apk | |
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People & Blogs | Upload TimePublished on 10 Aug 2016 |
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